La storia della nostra parrocchia
In puro stile gotico con il campanile a base ottagonale, si presenta con una pianta a croce latina imperfetta con dei pilastri polistili, terminante con coro poligonale alto con sottostante cripta il cui accesso è dato da due ingressi ai lati del presbitero rialzato. Nella cripta è conservato il corpo de Beato Matteo Carreri, patrono di Vigevano.
Nel 1645, durante l’assedio francese alla Rocca Nuova, il campanile viene demolito a metà, in senso verticale, per essere poi ricomposto pochi anni dopo. La facciata, divisa in tre parti corrispondenti alle navate e sormontate nella parte centrale da tre pinnacoli, ha un portale gotico ad anelli racchiuso da una cornice in cotto con un bassorilievo collocato nel 1969. Sul fianco sinistro una scalinata porta all’ingresso secondario posto in testa al transetto, mentre in corrispondenza della navata si trova la traccia di un portale, oggi murato, simile a quello di facciata che, secondo la tradizione locale, era riservato alla corte sforzesca. Fino alla fine dell’ottocento lungo il lato sinistro si trovava un terrapieno che collegava il livello della piazza antistante con l’ingresso laterale.
Nel 1840 un intervento di costruzione delle false volte, in stile neogotico, ha determinato la modifica all’aspetto interno. Le volte, realizzate staccate dall’originale tetto a capriate a vista, hanno di fatto nascosto gli affreschi del 1447/50 posti nella parte alta dell’arcane del transetto. Tali affreschi, situati oggi nell’intercapedine tra le volte il tetto, raffigurano al centro il busto del San Domenico di Guzmán, a sinistra un paesaggio con un castello e una chiesa e a destra vari militari con lance a bandiera tra cui un cartiglio con la scrittura “britanni”; gli affreschi rappresenterebbero un ex voto fatto dai vigevanesi per la minaccia di scorreria di mercenari allo sbando dopo la dissoluzione del ducato visconteo il cui passaggio viene impedito dalla piena eccezionale del Ticino.
