Carissimi,
in questa domenica celebriamo una delle solennità Liturgiche più importanti dell’anno, la PENTECOSTE, che ci fa rivivere il Dono dello Spirito Santo.
Una festa liturgica che segna l’inizio dell’annuncio, l’inizio del cammino missionario della Chiesa, di tutti i cristiani.
Una festa che dobbiamo non solo “celebrare”, ma soprattutto “vivere” nel nostro cammino di salvezza.
Siamo invitati a “viverla” con due atteggiamenti, quello della “consapevolezza” e quello dell’”impegno” come battezzati.
Anzitutto la “consapevolezza” del “dono della fede” e della “chiamata”!
Nella Seconda Lettura di questa domenica, l’apostolo Paolo, nella sua Lettera ai Corinti, afferma con forza: “Nessuno può dire che Gesù è il Signore, se non sotto l’azione dello Spirito Santo”, confermando che la “fede” non è semplicemente una scelta o uno stile di vita secondo una certa tradizione, ma è “dono”, del quale dobbiamo esserne consapevoli e grati al Signore.
E’ bello anche che ciascuno di noi si soffermi un po’ a riflettere sul percorso di questo “dono” nella sua vita.
Perché siamo cristiani? Come abbiamo ricevuto questo dono?
E’ bello pensare anche alle radici della nostra fede, al terreno nel quale è cresciuta e si è sviluppata…basti pensare alle nostre famiglie, all’educazione avuta, alle situazioni, alle persone che abbiamo incontrato e che, forse nemmeno a volte rendercene conto, ci hanno “donato” la fede, con l’azione dello Spirito Santo di Dio.
Sarebbe bello fare questa riflessione personale, proprio per “scoprire” e anche “meravigliarci” del “dono” della fede!
Il secondo atteggiamento in questa Solennità di Pentecoste è quello dell’impegno che ci è stato affidato dallo Spirito Santo, che è quello dell’”Annuncio”, della “Testimonianza”.
Lo ritroviamo nella Prima Lettura nel brano degli Atti degli Apostoli, quando viene descritta la “Pentecoste” per gli Apostoli e i Primi Cristiani, i quali, grazie al dono dello Spirito Santo, potevano farsi capire da tutti, anche gli stranieri che erano a Gerusalemme, anche coloro che parlavano lingue diverse.
Un “segno” che ci fa capire ancora di più che è il Signore che porta il seme dell’annuncio e che non dipende certo dalle nostre capacità e che nello stesso tempo ci coinvolge e ci responsabilizza.
Diciamo sempre che oggi siamo nel mondo della comunicazione, dove internet e tutti gli altri strumenti comunicativi hanno ridotto le distanze…ma sarà proprio così? Basta una “frequenza” che funziona bene per comunicare? Ci rendiamo conto che a volte c’è il rischio di aumentare le distanze, soprattutto quelle delle relazioni, dei sentimenti, della solidarietà, della condivisione (che non ha niente a che vedere con il “condividi” di facebook!)
Ecco l’impegno del cristiano, saper “comunicare” nel vero senso della parola, come ci ricorda San Paolo, nella sua Prima Lettera ai Corinzi: “noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio”.
Questa è la “Pentecoste”, cari amici, da vivere con l’anelito dell’Annuncio!
Vi auguro buona domenica e ricordo due impegni per la nostra comunità parrocchiale, in questo tempo un po’ particolare: Il primo la sera di domenica 31 maggio alle ore 21, reciteremo il tradizionale Rosario a conclusione de mese di maggio, lo reciteremo in Piazzetta davanti alla Chiesa.
Il secondo la domenica 7 giugno celebreremo la S. Messa alle 10,30 sempre in Piazzetta, invitando in particolare i ragazzi del Catechismo, per vivere insieme a loro, la conclusione dell’anno catechistico, in questo difficile tempo di coronavirus, ma nel segno della comunione e della festa.
Buona domenica a tutti!